Il Gruppo Camozzi dona alla Presidenza della Repubblica un dipinto raffigurante il nuovo ponte di Genova

24.09.21
Comunicati Stampa
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  • Il dipinto di Alessandro Papetti verrà esposto nella mostra “Quirinale Contemporaneo” che sarà inaugurata domani dal Presidente Mattarella
  • L’iniziativa è stata voluta per celebrare una grande opera italiana, simbolo di ingegno, coesione e  rinascita, a cui il Gruppo ha concorso realizzando un sistema robotico unico al mondo per contribuire al monitoraggio e alla sicurezza dell’infrastuttura

Milano, 28 settembre 2021 – Il Gruppo Camozzi ha donato alla Presidenza della Repubblica un quadro realizzato dal pittore milanese Alessandro Papetti e raffigurante il nuovo Ponte di Genova San Giorgio.

“Genova. Il ponte sulla città” è il titolo del dipinto, che sarà esposto nella mostra permanente Quirinale Contemporaneo, che verrà inaugurata domani dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il Gruppo ha deciso di intraprendere questa iniziativa per celebrare, con una prestigiosa opera d’arte figurativa, una grande opera infrastrutturale, espressione dell’ingegno italiano, alla cui realizzazione ha partecipato.  

Camozzi, insieme all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, ha infatti ideato e realizzato in tempi record il sistema robotico unico al mondo che contribuisce alla sicurezza del nuovo Ponte. Il sistema,  che combina manifattura avanzata, digitalizzazione ed ecosostenibilità, verifica mediante telecamere e sensori lo stato di integrità dell’infrastruttura e, tramite rielaborazione dei dati, permette al gestore di intervenire con azioni di manutenzione in via preventiva.

Ma oltre alla tecnologia e alla sicurezza, il ponte è immagine di ricostruzione, di rinascita e di orgoglio nazionale.  Per questo motivo il Gruppo ha desiderato donare il quadro al Quirinale, istituzione simbolo di unità e di coesione del Paese, affinchè la memoria di questo evento, della tragedia e della riscossa, fosse custodita e messa a disposizione di tutti gli italiani.                                                      

Il dipinto, olio su tela, realizzato da Papetti nei mesi scorsi, è eccezionale anche per dimensioni (2,7 per 4,5 metri) e raffigura il ponte nella sua interezza, proteso sulla città di Genova con cui si fonde. Il radicamento del ponte tra le case rimanda al rapporto con la comunità, così come la presenza di un cantiere fa memoria e costituisce testimonianza del lavoro svolto per costruirlo. 

L’opera rappresenta uno dei pochissimi dipinti di autori viventi inseriti nella Collezione ed è stata collocata  nella  Sala del plastico del palazzo del Quirinale.

Lodovico Camozzi, presidente e amministratore delegato del Gruppo Camozzi, ha dichiarato: “Aver partecipato alla realizzazione del nuovo Ponte di Genova è uno dei motivi di maggior orgoglio per il nostro Gruppo perché non solo è un simbolo di rinascita ma è stata la dimostrazione al mondo che l’Italia, anche dopo le peggiori tragedie, è capace di risollevarsi subito e poi di costruire progetti unici e avveniristici. Sapere che il quadro verrà custodito al Quirinale ci rende ancora più fieri, perché riteniamo fondamentale che l’opera rimanga come patrimonio di tutti gli italiani e che quanto è stato ricostruito non venga mai dimenticato dalle future generazioni”.

“Quando ho cominciato a pensare al dipinto – ha spiegato Alessandro Papetti - ho avvertito un senso di responsabilità per il valore simbolico che il soggetto rappresentava di per sé e di conseguenza a quello che il mio operato  poteva assumere. Se un ponte è metaforicamente punto di congiunzione, di unione e continuità, in questo caso è soprattutto di una drammatica frattura che si tratta. Della ricucitura di una ferita che non vuole e non può essere dimenticata. E della possibilità di una rinascita. Di fatto, un dipinto sul tema della memoria, che ho cercato di affrontare senza retorica, con silenziosa oggettività e rispetto”.


Alessandro Papetti (Milano 1958) riceve il primo significativo riconoscimento come pittore nel 1989, quando Giovanni Testori gli dedica un articolo sul Corriere della Sera.

Dal 1995 al 2000 lavora tra Milano e Parigi. Tra le mostre in spazi pubblici: nel '96 al Martin-Gropius Bau di Berlino, nel 2003 collettiva presso il Parlamento europeo a Strasburgo, nel 2004 la mostra “La ricerca dell'identità” esposta in diversi poli museali italiani. Nel 2005 la sua prima retrospettiva presso la Fondazione Mudima a Milano, nel 2007 al Musée des Années 30 di Parigi e nel 2009 a Palazzo Reale di Milano. Nel 2010 presso l'Istituto Italiano di Cultura a Tokyo e a Villa Manin di Codroipo la personale in dialogo con la retrospettiva dedicata a Edward Munch. Nel 2011 è presente alla Biennale d'Arte di Venezia, nel 2012 al MUAR, Museo Architettura di Mosca, nel 2014 a Palazzo Penna di Perugia e nel 2015 a Roma, presso l'Istituto Centrale per la Grafica di Palazzo Poli. Nel 2016 viene girato per Sky Arte un documentario sul suo lavoro e nel 2017 espone al museo Marca di Catanzaro. In occasione di Miart 2018, le Gallerie d'Italia, di Intesa San Paolo, espongono una parte dell’installazione pittorica appartenente alla loro collezione.


Gruppo Camozzi

Fondato nel 1964, il Gruppo Camozzi è una multinazionale italiana leader nella produzione di componenti e sistemi per l’automazione industriale ad alto contenuto tecnologico con impiego in campo manufatturiero, life science,  robotica e meccatronica,  presente anche nei settori delle macchine utensili speciali destinate in particolare ai settori aeronautico, spaziale, energia, e in numerosi altri processi di lavorazione delle materie prime (composito, titanio, alluminio). La ricerca continua e lo sviluppo tecnologico sono alla base della strategia aziendale e i driver che la guidano sono legati alla creazione costante di innovazione e valore aggiunto per i propri clienti, attraverso anche l’utilizzo di soluzioni digitali IOT,  nel rispetto dei principi etici di responsabilità sociale a cui si ispira l’intero Gruppo.

Il Gruppo Camozzi è presente in 75 Paesi nel mondo, ha 38 filiali, 3023 dipendenti, 5 divisioni operative e 26 siti produttivi.